Per noia o per sfizio o per sfida

Si parte suppergiù scherzando, per noia o per sfizio o per sfida, tra lo scetticismo e lo sguardo perplesso della mamma, un po’ stanca di tanto spignattare e un po’ avvezza a pratiche e tecniche ormai più celeri e sbrigative, abbastanza dimentica invece di quelle più antiche e laboriose, e che però strada facendo si riesce a conquistare e pian piano infervorare alla riscoperta e al progressivo rilancio di vecchie tradizioni ora rimesse a nuovo con l’apporto di internet e trasmissioni tv.

C’è una traccia già scritta delle cose da fare, ma di rado la si segue pedissequamente. Dove si può si è ligi alle istruzioni; dove qualcosa non torna ci si regola alla meglio al momento, si toglie quello si aggiunge quest’altro, si alterano un po’ lavorazioni e tempi, si va a tentativi, a preferenze, a ricordi, a intuito.

L’importante è provare. L’importante è riscoprire il piacere di gesti e sapori un po’ troppo frettolosamente e sbadatamente divenuti desueti.

Ed è dunque così, per esempio, se la pizza dolce di Pasqua con il lievito madre è già alla fase della terza e decisiva lievitazione (quella che dovrà portare almeno al raddoppio dell’impasto in 4-5 ore, prima della cottura), dopo anni che o non si preparava più o si faceva soltanto con il lievito in polvere, istantaneo, e appena ventiquattrore dopo essersi fatto prendere dalla voglia di vedere come e se funziona anche questo ambaradàn di ingredienti genuini lavorati con tecniche pasticcere quanto più tradizionali.